sabato 20 ottobre 2007

la moglie

A dieci anni dalla morte di Raul Gardini, avvenuta il 23 luglio '93 a Milano in piena epoca di Tangentopoli, la vedova Idina Ferruzzi si e' raccontata al periodico 'Ravenna In Magazine', che dedica il numero di luglio e agosto al manager romagnolo, ripercorrendone in una serie di articoli l' uomo, il padre e il marito, l' imprenditore e lo sportivo.
Idina Ferruzzi, che dopo la morte del marito si trasferi' a Lugano ma da quattro anni e' tornata a Ravenna, non parla mai di 'suicidio' o di 'morte', ma sulle circostanze della scomparsa di Gardini ha ancora "tanti dubbi. Sono piu' che convinta che non sia stato lui. In quel momento c' era Tangentopoli, non ho cercato di approfondire. Bisognerebbe farlo adesso, che sono passati dieci anni e con la possibilita' di venire in possesso di documenti e tabulati, ma... Lui era pronto per andare al funerale di Cagliari e poi, di colpo, questo fatto. Non era nella sua indole. Nella casa di Milano dove e' successo c'era solo Ivan (il figlio, ndr). Quando lo hanno chiamato, Raul era ancora vivo".I tre figli non hanno mai piu' parlato dell' accaduto. "Piu' nessuna parola, specialmente il maschio - ricorda Idina Ferruzzi - Gli ho chiesto piu' volte come lo avesse visto in quel frangente, come era la camera, che mi hanno riferito fosse sottosopra. E' un tipo molto chiuso, che ha voluto dimenticare e io non insisto piu'. Il loro papa' e la sua filosofia di vita sono impressi nei loro pensieri". La vedova di Gardini si sente con i tre figli ogni giorno (la piu' grande, Eleonora, vive a New York, Ivan Francesco sta a Roma, Maria Speranza, per tutti Coquette, abita alla periferia di Ravenna): "Sono la mia forza. Se non avessi avuto i figli mi sarei davvero ritirata in convento, ma non si puo' essere cosi' egoisti".
"Mi capita - aggiunge nell' intervista - di essere fermata da persone che vogliono manifestarmi la loro gratitudine per quanto fece Raul in alcuni momenti di difficolta'. E' sempre stato un uomo molto generoso, molto umano. Faceva tante cose, senza dirmelo, come donazioni in beneficenza, delle quali sono venuto a conoscenza solo dopo. Manifestava la sua generosita' trovando lavoro per tutti. In particolare se si trattava di giovani in gamba e intelligenti. Considerava molto il loro futuro e non li abbandonava". -24 luglio 2003